Voce agli associati: ad Arenzano Sergio Maffei è testimone “dell’only one” dell’amico Carlo Castelli

ONLY YOU

Di Sergio Maffei.

Domenica 5 giugno… un giorno da ricordare.

Un giorno nel quale potrò dire: C’ero anch’io!

E’ proprio così, perché se non fosse accaduto ciò che andrò a raccontare, si sarebbe trattata della solita splendida domenica tra amici, come di consueto baciata dal verde del green, scaldata dal fuoco della competizione ed impreziosita dalla consapevolezza che, comunque andrà, sarà un successo.

Eppure, nonostante ci si possa lecitamente domandare cosa si possa volere di più dalla vita dopo una simile premessa, cosa possa aver ulteriormente arricchito un quadretto già perfetto in partenza… la risposta è: Only One.

Ma partiamo dall’inizio.

La gara in questione era la Coppa Hotel Punta San Martino, svoltasi al Golf Club Sant’Anna ad Arenzano, in provincia di Genova.

Ricordo che era una giornata grigia, cielo coperto e minaccioso... eppure non cadde neanche una goccia, quasi il cielo volesse farsi testimone di quello che di lì a poco sarebbe avvenuto.

Giungiamo alla buca 7, un par 3 stretto e lungo, con la bandierina a 123 metri.

Io tiro per primo e, data la conformazione della buca opto saggiamente per un canonico ferro 9. Ne esce un ottimo tiro che mi termina a non più di 1 metro e mezzo dalla buca.

Il mio caro amico Carlo Castelli giocava per secondo.

Sembrava non essere il suo giorno, afflitto com’era da un fastidiosissimo mal di schiena.

Invece tutto cominciò con quella domanda “Sergio, a quanto dista la buca?”.

Alla mia risposta fece da contraltare la sua decisione di affrontare quel par 3 con un Drive d’avvio.

Io e gli altri miei due amici ci guardammo stupiti... era golfisticamente inammissibile pensare anche solo di entrare in green con un drive a quella buca. Così tra l’ilarità generale che la dichiarazione d’intenti di Carlo aveva generato, pensai si trattasse in realtà di una battuta… quando Carlo, con suo fare sempre calmo e moderato, si avvicina alla sacca, estrae davvero il Drive e si piazza d’inanzi alla pallina pronto a tirare.

Sempre più convinto di quella scriteriata scelta, sfido Carlo a fare meglio di me col Drive promettendogli una cena in caso di successo.

Carlo accetta la sfida.

Si prepara col suo personalissimo stile. Sguardo stoico impresso sulla faccia di chi sa di avere l’occasione per stupire i propri amici e stupire se stesso. Nessuno di noi credeva che quel colpo avrebbe intrapreso un viaggio epico destinato ad imprimersi nella memoria dei presenti, eppure appena il drive schiaffeggiò la pallina… attimo dopo attimo le nostre pupille cominciarono a dilatarsi dallo stupore, quel viaggio pareva interminabile, ma puntava dritto al green. Una volta a terra, complice la leggera pendenza del campo, la pallina cominciò a rotolare lentamente ma inesorabilmente verso la buca. Passò la mia pallina di un metro, ma non arrestò la sua corsa.

Mezzo metro dopo era Only one… adesso invece è storia.

Premetto che mai, prima di allora, avevo avuto l’onore di “vivere” con i miei occhi un only one sul campo. L’only one non è un colpo comune... è Il Colpo. E’ l’unicorno del golf, quel tiro che per definizione rasenta qualcosa di straordinario, quel tiro che tutti inseguono, molti sognano, pochi avvicinano, e solo i grandissimi realizzano. Perché è un colpo magico, un colpo che rimane dentro di te per sempre, un colpo che rimane dentro quella buca come se la sentisse sua.

Carlo ha fatto una only one impensabile, alla buca più difficile, con il bastone più improbabile…solo tu Carlo potevi realizzare qualcosa di così eccezionale... solo tu grande amico mio.

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